Frida Kahlo e Diego Rivera, due grandissimi artisti, personalità non comuni, sono tra le figure più rappresentative della prima metà del '900 messicano, intrecciando le loro vite con la storia di quel tumultuoso periodo. Frida, la paladina della "mexicanidad", cambia la sua data di nascita con quella della rivoluzione, indossa orgogliosamente i vestiti  tradizionali del popolo messicano, lotta tutta la vita contro la sua malattia ma anche per la libertà di tutti i popoli oppressi. Diego, il muralista che racconta la storia del Messico, gigante gentile ma sempre pronto a sfoderare la pistola, unico segretario di un partito comunista che si sia auto-espulso per divergenze col potere sovietico.

Quando Frida Kahlo avvicina per la prima volta Diego Rivera, lei ha già conosciuto il dolore fisico che la accompagnerà per tutta la sua breve vita. Lui è già l'artista consacrato e venerato, in patria come all'estero, instancabile lavoratore nonchè noto seduttore, con storie sentimentali importanti alle spalle, ha il doppio degli anni di lei. In realtà c'è già stato un incontro cinque anni prima: una Frida quindicenne, sicura di sè fino alla sfrontatezza, lo ha già messo nel mirino e lo avvicina mentre sta lavorando ad uno dei suoi famosi murales, gli chiede se può stare li a guardarlo mentre lavora. Quel breve incontro, rimasto per cinque anni senza un seguito, riaffiora dalla memoria  di  Diego Rivera quando lei gli mostra i suoi primi lavori per avere un giudizio, ma soprattutto per mostrare il suo essere diventata donna e la volontà di vivere del suo lavoro di pittrice. L'approccio è naturalmente vincente e il "grande artista e seduttore" è a sua volta sedotto dalla forza e dalla volontà di quella giovane donna, dall'audacia di quello sguardo che lo fissa, diretto. Seguono numerosi incontri in cui Diego scopre la donna e l'artista, inseparabili come in nessun altro caso, con quel dolore sempre presente e tuttavia mai totalmente padrone del suo spirito, sempre tenuto a bada col suo atteggiamento disinvolto e combattivo.

 

Ma come nasce questa donna, quest'artista, questo personaggio così singolare nel panorama mondiale di quel momento storico? L'incidente terribile che la segnerà irrimediabilmente avviene quando Frida ha meno di diciotto anni, ma la sua vita non è mai stata rose e fiori. Nata in una famiglia modesta, padre fotografo, tipico artista-idealista squattrinato, madre alle prese con troppe gravidanze e con l'economia domestica da far quadrare, Frida conosce il dolore a sei anni, quando viene colpita dalla poliomelite che le lascerà la gamba destra atrofizzata, causandole sofferenze fisiche e morali; vittima della crudeltà tipica dell'infanzia, "pata de palo" (gamba di legno) la chiamano i ragazzini, trascorre l'adolescenza in solitudine, conscia che la sua vita non sarà una passeggiata. Ma il suo non è un atteggiamento da sconfitta, da rinunciataria e una volta alla scuola Preparatoria, più o meno il nostro liceo, entra a far parte di un gruppo di studenti-artisti, i Cachuchas, amanti della letteratura e della libertà. Nel gruppo c'è anche Alejandro Gòmez Arias di cui Frida si innamora, ricambiata. Tuttavia il 17 settembre 1925 l'autobus su cui viaggia  tocca un tram e finisce contro un muro e nell'urto un corrimano le trafigge completamente il corpo causandole danni terribili: la colonna vertebrale è rotta in tre punti, il collo del femore frantumato, le costole fratturate, la gamba sinistra fratturata in undici parti, l'osso pelvico spezzato in tre. I medici non capiscono come sia ancora viva, ma Frida non muore, sopravvive a tutto, e comincia a dipingere. Nel suo letto, con uno specchio montato sopra di lei, comincia la sua storia artistica, una storia che ci donerà una figura quasi mitica, quella di una giovane donna che a dispetto di una sorte avversa, si affermerà in un campo allora quasi precluso al genere femminile, e che, a distanza di ormai 55 anni dalla sua scomparsa, vede la sua popolarità crescere in tutto il pianeta di anno in anno, ormai un simbolo per chi parte svantaggiato, per chi non è "normale", per chi deve combattere tutta la vita  contro qualcosa di apparentemente invincibile. Que Viva Frida!